Il Progetto “Donna Giulia” nato dalla necessità di aiutare tutte quelle donne che per seguire le naturali esigenze familiari si sono allontanate dal mondo del lavoro. Le donne coinvolte al progetto potranno così conoscere le tante realtà imprenditoriali che producono sul nostro territorio, formandosi professionalmente in ambiti di lavoro vicini alla propria realtà sociale. Il progetto si è avvalso del partenariato dell’ASL, l’ASI ed il CNA, nonché dei rappresentanti delle categorie datoriali CSL e UIL e del Consorzio dei Servizi Sociali Ambito A5. Finanziato dalla Regione Campania con la misura P.O.R. CAMPANIA FSE 2007-2013. ASSE II OCCUPABILITÀ. Obiettivo Specifico f) Migliorare l’accesso delle donne all’occupazione e ridurre le disparità di genere. Obiettivo Operativo f2). “Programma di Interventi per l’Accordo Territoriale di Genere”. Un progetto definito “Accordi Territoriali di Genere” quale strumento da utilizzare nell’ambito di un sistema di servizi di conciliazione offerti da soggetti pubblici e privati presenti sul territorio per favorire le pari opportunità di accesso al mercato del lavoro per le donne. Il Comune di Solofra, come capofila del progetto, metterà in campo diverse iniziative per l’introduzione nel mondo del lavoro delle donne che hanno carichi familiari. Il progetto si è rivolto ai cittadini del Distretto Industriale della Valle dell’Irno con i comuni di Solofra, Serino e Montoro. Il contesto territoriale generale in cui si è collocato il progetto è inserito nel Distretto Sociale A6, dove si osserva la presenza 103.229 abitanti al 01/01/2010 (52.437 femmine e 50.792 maschi). In particolare, gli interventi sono articolati su tre Comuni: Solofra, Montoro e Serino con 38.940 abitanti. In questo contesto è strutturata la realtà produttiva più importane dell’area territoriale inerente il Distretto Sociale A6, il polo conciario di Solofra che interessa un’area di circa 115 km, comprendente i Comuni di Solofra, Montoro e Serino. L’abbandono del posto di lavoro da parte delle donne, soprattutto se in relazione alla maternità, in particolare alla nascita del primo figlio, alla cura di un anziano o di una persona non autosufficiente, riflette una quota importante delle difficoltà che caratterizzano il mondo dell’occupazione femminile e che impediscono un’effettiva parità di accesso e possibilità di crescita professionale. Per questo nasce il progetto “Donna Giulia” dalla concreta necessità di aiutare quelle donne che per seguire le naturali esigenze familiari si sono allontanate dal mondo del lavoro. Attraverso gli “Accordi di Genere” finanziati dalla Regione Campania, con fondi Europei, il Comune di Solofra, come capofila del progetto metterà in campo diverse iniziative per l’introduzione nel mondo del lavoro delle donne che hanno carichi familiari, avendo cura di garantire l’assistenza all’anziano o al minore con diverse azioni correlate al progetto.
Quattro le azioni messe in campo dal Progetto “Donna Giulia”:
- Reinserimento nel mondo del lavoro per le donne con carichi familiari;
- Ludoteca del week end, un luogo dove poter lasciare i propri figli in totale sicurezza;
- Banca delle Ore, maturare del tempo (negli orari lavorativi) che potrà essere utilizzato per le esigenze familiari e per la propria riqualificazione professionale
- Baby Trasporto Sociale, garantire il trasporto dei figli (da 0 a 36 mesi) delle lavoratrici e dei lavoratori dal nido agli spazi aziendali dedicati.
Il progetto prende il nome dalla persona di Giulia Ronca, personaggio illustre solofrano appartenente ad una famiglia antica ed importante, presente già nella storia di Solofra del XV secolo. Giulia Ronca si distinse, per i suoi tempi, per la sua voglia e costante ricerca della propria realizzazione. Durante il bombardamento compiuto dall’aviazione alleata su Solofra, il 21 settembre 1943, Giulia Ronca si prodigò con i medici della cittadina a soccorrere i feriti, trasformando la sua casa in un ospedale d’emergenza. Giulia Ronca fu attribuita la Croce al Merito di Guerra, ricevette la Medaglia d’Argento al Merito della C.R.I. ed insignita della Medaglia d’Argento al Valor civile